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C’era una volta… La mia Tunisi

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“C’era una volta... la mia Tunisi” è un viaggio nella memoria di un “Tunisois” di seconda generazione nato a Tunisi, dove ha passato la propria giovinezza. Sono raccontati i motivi che hanno spinto i suoi nonni a emigrare in Tunisia nel XIX secolo. Il testo evoca i rapporti esistenti fra le varie comunità allora presenti nel paese magrebino. Queste comunità avevano cultura, storia e religione proprie. Negli anni ’30 e ’40 del XX secolo, a seguito di eventi politici e bellici avvenuti in Europa, si erano creati in Tunisia, fra le comunità locali, lacerazioni e dissidi che si era cercato di appianare prima, e di dimenticare in seguito. L’autore racconta il trascorrere della vita di tutti i giorni dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale fino all’indipendenza tunisina, narrando il rapporto con i suoi amici, la scuola, lo sport, i divertimenti, nonché le relazioni interpersonali fra gli abitanti del suo quartiere, in un’atmosfera pacifica e di reciproco rispetto. Vengono anche riferiti il rammarico e la sofferenza per avere dovuto abbandonare il paese natìo, gli amici d’infanzia e una parte della sua famiglia.

Ho letto con piacere il testo di Mario Meo. La sua onestà e la scelta di evitare gli spuntoni della storia tunisina di quegli anni rendono ameno il racconto, segno, sicuramente della mitezza d'animo dello scrittore. anche io sono un profugo tunisino di quarta generazione di origini siciliane, rientrato negli anni sessanta ma da una realtà molto diversa e dura. la mia famiglia viveva del salario di mio padre, magazziniere e responsabile dei pozzi della miniera di fosfati di Kalaa D Jerda, oggi Kalaa Kasba, nel Kef. Ancora si parla poco e con remore di quella lunga stagione, impastata da fame, riscatto, violenze francesi e fasciste. Si tratta di una pagina ancora poco illuminata. Arrivare in Italia, poi, e finire nel campo profugo di Altamura, citato dall'autore, è stato conoscere e subire un lager italiano a cielo aperto: una tortura inflitta da italiani a italiani rientrati dopo quasi un secolo nella terra dei padri. comunque sia, è stato un bell'excursus. Avendo modo di potere contattare lo scrittore, sarebbe interessante incrociare i nostri punti di vista. Cona mano amica, Salvo.

Salvo [01/07/2025]

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