Il libro nasce dall’esigenza di trovare una risposta plausibile ai mali endemici della scuola italiana, oggi più che mai sul banco degli imputati, per i tanti episodi a dir poco “incresciosi” che si verificano tra le sue mura, da quelli a sfondo sessuale alle violenze su minori e portatori di handicap, per non dire dell’ondata di intolleranza verso i “diversi”, con i risvolti drammatici di cui sappiamo. Di qui l’interrogativo ineludibile: davvero la scuola non sa più insegnare, o meglio, educare? E se sì, di chi la colpa? Dei docenti che non interpretano il loro ruolo come suggeriva don Milani, o dei genitori, sempre più incapaci di guidare i loro figli nella difficile impresa di crescere in modo sano? E nessuna colpa hanno i dirigenti che non di rado si limitano ad una pura funzioneleggi tutto
Il libro nasce dall’esigenza di trovare una risposta plausibile ai mali endemici della scuola italiana, oggi più che mai sul banco degli imputati, per i tanti episodi a dir poco “incresciosi” che si verificano tra le sue mura, da quelli a sfondo sessuale alle violenze su minori e portatori di handicap, per non dire dell’ondata di intolleranza verso i “diversi”, con i risvolti drammatici di cui sappiamo. Di qui l’interrogativo ineludibile: davvero la scuola non sa più insegnare, o meglio, educare? E se sì, di chi la colpa? Dei docenti che non interpretano il loro ruolo come suggeriva don Milani, o dei genitori, sempre più incapaci di guidare i loro figli nella difficile impresa di crescere in modo sano? E nessuna colpa hanno i dirigenti che non di rado si limitano ad una pura funzione burocratico-amministrativa? O la società esterna, non esclusa quella “cattiva maestra televisione”, come la etichettò Popper nel suo omonimo saggio, rea di lanciare messaggi non in linea, anzi antagonistici a quelli della scuola stessa? è l’intera società, secondo noi, che deve interrogarsi, se è vero che la scuola non è che lo specchio della stessa
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