Il romanzo prende forma dalle esperienze di vita di Teresina, una giovane strega di Melle vissuta nel XVII secolo, costretta da sua madre Iolanda, alla tenera età di sette anni, a stabilire il patto col diavolo. Iolanda e Teresina, tra un sortilegio e l’altro, operano indisturbate per altri venti lunghi anni, fino a quando, una volta smascherate, vengono processate e condannate alla pena capitale. Così, la sera del due dicembre milleseicentoquarantacinque, la ormai ventisettenne Teresina, con sua madre e altre sei masche della borgata, tutte accusate di stregoneria, è arsa viva sul rogo nella piazzetta di Melle. Nel racconto, la voce inesistente dell’anima di Teresina, come un tuono infuocato, arriva dagli inferi, per rivelare ai viventi la realtà della vita senza tempo. Tutta la narrazione, che si apre con una profonda riflessione sulla vita eterna, si sviluppa in un soliloquio in cui si leggono solo le parole senza suono dell’anima di Teresina; e termina con un’insolita descrizione dell’inferno come luogo senza spazio e senza tempo, associata a considerazioni su temi quali la contrapposizione tra il bene e il male, la continuità della vita dopo la morte e la reincarnazione dell’anima. I luoghi che fanno da palcoscenico alla narrazione sono Melle e Sampeyre, due borgate della Valle Varaita ora appartenenti al Piemonte, ma in quel tempo territori assegnati al Ducato di Savoia. In appendice al libro, brevi riferimenti storici fanno da cornice all’incredibile racconto di Teresina.