
Nasce nella piccola cittadina di Lushnja, il 20 marzo 1941, in una famiglia di artisti e letterati. Di condizioni molto umili, la famiglia aveva la singolare abitudine di leggere ogni sera i classici, opere di grandi scrittori mondiali tradotte con passione dal padre direttamente in albanese dalle lingue d’origine; un dono quello del padre capace di padroneggiare diverse lingue straniere. Il futuro scrittore frequenta il Ginnasio Statale di Scutari che termina con ottimi risultati e poi nel 1959 prosegue gli studi a Mosca all’Università “Lomonosov” presso la Facoltà di Chimica. Dopo solo due anni deve sospendere gli studi universitari a causa della rottura dei rapporti diplomatici tra l’Albania e l’Unione Sovietica, a livello politico, militare e statale. Al rientro in Albania, Sokrat Shyti decide di dedicarsi alla letteratura e abbandona la chimica. Nonostante l’insistenza del fratello pittore che lo sollecita a proseguire gli studi di Chimica Industriale all’Università di Tirana, Sokrat rimane fermo sulla sua decisione e di lì a poco, a ventuno anni, scrive il suo primo romanzo “Madama Dottoressa”. Inizia a lavorare a Tirana come giornalista presso Radio-Difuzione, nella redazione della Gioventù. L’attività viene, però, improvvisamente interrotta. Perché suo fratello pittore fugge dall’Albania, mentre lo scrittore è esiliato dal regime comunista nelle paludi della Myseqe, dove rimane per ventisette anni. Solo dopo il rovesciamento del regime comunista nel 1993, Sokrat Shyti può fare ritorno a Tirana in condizioni di totale indigenza, privo di sostentamento economico e con mille difficoltà per trovare un posto in cui vivere. Eppure, nonostante quelle condizioni, ben differenti dal periodo precedente l’esilio, l’impulso creativo interiore non è venuto meno, né è rimasto schiacciato dai colpi implacabili della guerra di classe, fra insulti e umiliazioni. Talento e forza esplosiva si manifestano con uno slancio inarrestabile e in pochi anni porta alla luce e ai lettori un mondo letterario del tutto sconosciuto e rimasto “clandestino” nella mente dello scrittore per oltre tre decenni. Un fiume di romanzi sgorga dall’ispirazione della coscienza: “Notte fantasma”, “Oltre il mistero”, “Tra tentazione e turbine”, “L’ombra della vergogna e della morte”, “L’epidemia della paura”, “Le erosioni dell’incubo”, “Viste speranze”, “Enigmi del destino”, “Sopravvivenza nella stalla della mucca”. Per ironia della sorte, la maggior parte dei romanzi non ha ancora visto la luce: la mancata pubblicazione è da attribuirsi al dissesto economico e alle perdite di contatti sociali a causa del lungo esilio durato ventisette anni. Oggi lo scrittore vive con una pensione di 150 euro al mese, abita a Tirana in un monolocale di dieci metri quadrati.